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affare si chiamano col loro nome di battesimo, come per stabilire una differenza tra esse e il volgo di tutte le altre), ella non udiva mai parlare di Lorenzo Salvani. Si lodava il cavallo di un giovanotto, si chiacchierava degli amori di palcoscenico di un altro, e tutti quanti erano, per una cosa o per l’altra, passati in rassegna. Di Lorenzo mai una parola. Per tutta quella gente che, stando un po’, in alto, finisce col reputarsi ogni cosa, Lorenzo Salvani era un nulla e non metteva conto discorrerne.

E qui parliamo di coloro che lo conoscevano, e sapevano anche degli amori della Matilde con lui. Il parlare di tanti altri e raccontarne vita e miracoli, era come un rimprovero a lei che era andata a cercarsi un amante fuori di quella cerchia appariscente dove nascono belli e fatti, che non c’è da desiderare più altro.

Lorenzo dal canto suo, oltre che non aveva cavato profitto dalle sue imprese, andava ogni giorno scemando di pregio, come le cartelle del debito pubblico in tempi burrascosi. Da lunga pezza il suo vestire era trasandato anzi che no. Il suo eterno vestito nero, che di sera poteva passare, in grazia dell’adagio: di notte ogni gatto è bigio, mostrava maluccio alla luce del sole, essendo già un po’ spelacchiato sulle costure. Ora una donna, sia che ne tragga argomento di onore o di vergogna, si accorge sempre di questi nonnulla.

Per dirla in poche parole, l’amore di un uomo come il nostro povero amico Lorenzo, non era uno di que’ romanzetti che una dama galante potesse mettere in mostra e farsene bella al cospetto della gente. Ed oltre tutto ciò, l’umor geloso del giovine stava per vietarle ogni maniera di passatempi; della qual cosa ella avrebbe avuto a dolersi tanto più, in quanto che non amava più abbastanza.

La contessa era dunque ad uno di que’ punti, nei quali si sta per prendere una forte deliberazione. Ella non voleva incatenarsi e pensava a protestare col fatto, innanzi che la piaga si facesse più fonda.

Tutte queste cose contrastano invero coi lieti cominciamenti che il lettore conosce. Ma noi non inventiamo nulla, e Iddio ci guardi così dalla stolta pretensione di mutare il cuore umano, come dalla pericolosa manìa di dipingerlo a nostro talento.

Metteremo fine a queste considerazioni con un aforisma che non ci ricorda di aver mai letto in nessun trattato sull’amore e che però daremo nuovo di zecca ai lettori. «Quando una donna non ama più un uomo, o ne sopporta l’