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chiusa nel cassettone in camera di Lorenzo Salvani; però fece mostra di convenire nella sentenza di Michele.

- Non voglio contraddirvi. Quello che dite è sacrosanto, e mi pare che il fatto torni a maggior lode del nostro signor Salvani.

- E in che modo?

- In quella cassettina, - soggiunse il Bello, - qualunque cosa ci sia, egli potrebbe pur sempre trovare un principio di fortuna. I segreti valgono tant’oro, e talvolta anche più dell’oro. Ora, se il signor Salvani credesse utile pel bene della sua sorella adottiva di aprire la cassettina, a chi farebbe egli danno? Che male ci sarebbe?

- Nessuno certamente! - disse Michele.

- Orbene, egli intanto non pensa a cavar profitto dal segreto, e si contenta, poveretto, di vivere onoratamente alla sera....

- Ahimè! - interruppe il servitore, - voi non sapete che non guadagna più nulla?

- Io no; ma come la è andata?

- Oh, gli è proprio il destino, che ha fisso il chiodo di tormentarlo. Figuratevi che quindici giorni or sono, anzi, se non piglio errore, pochi giorni dopo che io vi avevo parlato di quel poco guadagno che il signor Lorenzo faceva, il bottegaio, senza dirgli nè can nè gatto, lo ha mandato con Dio. -

Il Bello, mentre Michele parlava, si messe a centellare il fondigliolo del bicchiere, spiando con gli occhi il volto del compagno. Il candore di Michele lo rassicurò. - Che diamine? - pensò egli. - Se il bighellone sospettasse di me, non si lascerebbe più cogliere col vino in corpo, e non aprirebbe più becco. -

Fatto questo discorso tra sè, il Bello depose il bicchiere, dicendo con aria di compassione:

- Oh povero signor Salvani. E adesso fame e sete?...

- Sì, certo, fame e sete! Si sta in piedi per quella santa della signorina Maria! Se vedeste come lavora dì e notte, con quei ditini, per aiutar la casa! Vedete, quando ci penso, non mi dà più l’animo di mangiare nè di bere....

- Ottimo Michele! Ma consolatevi; tutti questi malanni debbono finire. Il signor Lorenzo, sebbene non paia, è nato vestito. Dov’è l’uomo che non ci abbia avute mai le sue burrasche? Il sereno presto o tardi ritorna; fateci assegnamento. E poi, se non vi dispiace, a queste necessità del signor Lorenzo ci ho da pensare un tantino ancor io.