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cane di casa, e non c’è allegria nella quale il vecchio Michele non ci abbia la sua parte. Vecchio, del resto, così per dire; poichè Michele è appena sui quarantotto, e vuole aver mano ancora in molti negozi, prima di farsi mettere a riposo.

- E non istaremo già molto a menar le mani! - aggiunse il Bello. - Suvvia, Michele, il pollo è trinciato; assaggiate quest’ala. Il signor Salvani, del resto, è un ottimo giovanotto e merita che tutti gli vogliano bene come voi. Iersera si parlava appunto di lui, là dagli amici, e si diceva che se ce ne fosse una ventina di pari suoi a capitanarci, le cose andrebbero assai più spedite. Ci abbiamo in cambio certi sputatondo, i quali non vedono altro che malanni e si spaventano delle prime difficoltà. Costoro vorrebbero i pani a picce e le viti legate con le salsicce.

- Come nel paese di Cuccagna, non è vero? - gridò Michele. - Ma il signor Lorenzo non è di quella pasta; egli ci ha il sangue di suo padre nelle vene, e va innanzi badando agli ostacoli come io a questo bicchier di vino. Ma a proposito del signor Lorenzo, sapete che son venuto a chiedervi un servizio?

- Per il signor Salvani e per voi sono pronto a buttarmi nel fuoco. O siamo amici o non siamo. Voi pure saprete quel che vi ho detto una volta....

- Sì, mi avete detto che tra noi la era un’amicizia da Oreste, e.... aiutatemi a dire!

- Da Oreste e Pilade, ve lo ripeto, e sono sempre ai vostri comandi.

- Orbene, vi confido una cosa; ma, intendiamoci, veh!

- Acqua in bocca, non dubitate. Son segreto come la torre del palazzo Ducale.

- Lo credo, e appunto per ciò m’è venuto in mente di aprirmene con voi. Si tratta dei miei padroni, i quali tuttavia non sanno nulla di ciò che vorrei fare per essi. Hanno fatto tanto bene a me, che se potessi farne a loro, mi parrebbe di restar sempre da meno. Insomma, per farvela breve, da due mesi si è debitori della pigione al padrone di casa.

- Oh povero signor Salvani! - disse il Bello, facendosi innanzi coi gomiti sulla tavola, in atto di affettuosa sollecitudine. - E il padrone sarà un cane dei soliti....

- Peggio di un cane! - soggiunse Michele. - Costui, figuratevi, s’è fitto in capo un suo sconcio disegno.... Ma per l’anima di.... l’ho a conciar io come va, quel villano rifatto!

- Ma che c’è? Io non v’intendo.

- Eh, non avete capito? La padroncina, che, a dirvela