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fidi satelliti, che lavorava con ogni suo potere a farla guadagnare, non azzeccandone mai una. Ma vegliava accanto a lui la signorina Kitty, che le imbroccava tutte, e che, com’ebbe visto far cilecca il compagno, prese a levargli la mano, muovendosi lei, leggera come una ninfa, e sopramano e sottomano, come le veniva fatto, rimandando la palla; ma, da furba, non mai dalla parte di Terenzio Spazzòli.
Ho detto che le imbroccava tutte, e non mi disdico, sebbene due le uscissero dalle righe. Ma quelle due le aveva gettate a bella posta fuori del giuoco. Scambio di rimandarle alla parte avversaria, con un abile giro di racchetta le scagliava verso di me, una facendone ruzzolare fino a’ miei piedi, e l’altra, poi, accoccandomela senza misericordia sul mio cappello di sparto; senza averne l’aria, si capisce, mentre io stavo discorrendo colla contessa Quarneri, che si era stancata alle prime partite, e uscita di giuoco e surrogata dalla maggiore delle Berti, era venuta a sedersi presso di me, rimasto a caso in disparte. Non più Ebe, no davvero, Galatea da capo; e non