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figliuoletto dei Rossi. E sarà Lei, m’immagino, che ha inventato il soprannome.

— Mi crede dunque molto cattiva?

— No, ma poichè voleva dirmelo.... — ripigliai. — Gli autori recitano così volentieri le cose loro!

— Non sono stata io; — disse la signorina con accento più grave, che voleva acquistar fede alla sua asserzione. — Ma certamente mi pare che Le convenga. È proprio un orso, signor Morelli. Si fa la vita di campagna, vita allegra, di buona compagnia, e Lei se ne sta sempre da parte come un frate certosino. Si fanno corse di qua e di là, pranzi nei paesi e merende nei boschi, in dieci, in quindici, in venti persone, e Lei non si lascia vedere. Si balla qualche volta....

— E l’orso, contro l’uso, non fa neppur questo; — interruppi io. — Che orso male addestrato, non è vero? Quanto alle passeggiate, vede bene, signorina, che ne faccio.

— Ma da solo. L’ha mai veduto uno che si diverta da solo?

— Potrei dirle di sì, se avessi l’uso di guar-