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nevole. Si rideva come due ragazzacci, che venissero via da qualche impresa un po’ matta, e si andava frattanto lungo la siepe delle carpinelle, avviati al rivolo dell’Acqua Ascosa; dove per altro, così bagnati fino all’osso, non avremmo potuto rimanere.
— Che peccato! — le dissi. — Si doveva star qui un’ora almeno, a finire la storia incominciata.
— Un’ora! — esclamò. — Doveva durar tanto, quella brutta storia?
— No, quella poteva esser finita in due minuti, tanto era vuota; ma ce ne sarebbero rimasti cinquantotto per ragionar di cose più liete.
— Ah, volevo ben dire! Ma ciò che non mi può raccontare quest’oggi, mi potrà raccontare un altro giorno.
— Domani!
— Anche domani. Veda di rammentarsela bene.
— Oh, non dubiti; l’ho scritta tutta nel mio memoriale, ed Ella potrà confrontare....
— Capisco; Ella ha una gran voglia ch’io legga il suo memoriale.