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derio; e del resto, chi non ci vuole non ci merita.

— Kitty! — esclamò la signora Wilson, con accento di dolce rimprovero.

— La lasci dire, signora; — gridai. — È una gran massima, e può consolare tutti coloro che non è destinata a colpire. —

Mi congedai presto, ho detto, perchè già ero in piedi; ma me ne andai molto più lieto, osando stringere coll’antica effusione fraterna la cara mano che Galatea non potè ricusarmi in quel punto.

A casa m’aspettava Filippo, con una notizia.... come dirò? sì, certamente spiacevole. Ha deciso di partire, e di partir domattina. S’intende che l’ho pregato, ed anche sinceramente, di rimanere, almeno due o tre giorni ancora. Ma egli è risoluto, e non si lascia smuovere.

— Senti; — mi ha detto, — ogni bel giuoco dura poco, e il mio è durato fin troppo. Tu non hai più bisogno di me, e puoi lasciarmi andare pei fatti miei. Piuttosto hai bisogno di far la tua strada. Non ti perdere in ragaz-