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va trattata con leggerezza. Pensaci; me ne riparlerai dopo mezzogiorno.
— Una proroga!
— Di poche ore.
— E che cosa ne speri?
— Che tu verrai dopo mezzogiorno a dirmi: Filippo, amico mio, avevo fatta ieri una cattiva digestione; ho dimenticata l’amicizia, l’ospitalità, ogni cosa. Ero diventato matto; che ci vuoi fare? Alla passione non sempre si può comandare. Ma ora ho pensato meglio; ho avuto un lucido intervallo, ed ho capito che non è in noi di voltar sempre le cose a nostro beneplacito, quando da noi non dipendono, quando ci sono delle sacre volontà da rispettare. Lasciamo dunque che la signorina abbia la sua volontà e ne usi liberamente. Sceglierà lei, e chi sarà il disgraziato chinerà da galantuomo la testa.
— Non ti dirò queste cose, stanne certo.
— Sarà un error di giudizio e un difetto di cavalleria. Ma io voglio ad ogni modo queste poche ore di tregua, per non aver rimorsi da parte mia.