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giore, più brutta, ma almeno solitaria e non vista, di starmene in sentinella. Per quante ore? Le Wilson fanno la prima colazione, il breakfast, alle otto, e oramai sono le nove suonate; la seconda, il lunch, al tocco, e ce ne avremo ancora per quattr’ore. Poveri noi, se il signor Ferri s’incanta laggiù fino al lunch! Vorrei vedere anche questa, che non sarebbe poi di buon genere. Sediamo. Ma per che fare? Non posso leggere; non vedo neanche le parole. Ah gelosia, brutto male! Che cosa le dirà ora il signor Filippo degnissimo? Parleranno della gran giornata di ieri, della sua valentia, delle sue botte diritte, segnatamente dell’ultima, che m’avrebbe passato fuor fuori come un ranocchio, se il fioretto non avesse avuto il bottone. E lui “tutto umile in tanta gloria„; non è così che va fatto? Un colpo di fortuna, debolezze; parliamo d’altro. Lei, signorina, era bellissima, ieri, con quella sua marinara. Semplicissima, e brillava più di tutte. Ah briccone! gliene dirai tante, che qualcheduna le toccherà il cuore. Ma tu non potrai dirle la meglio, non la po-