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con un centone di motivi dell’Attila. Sarà mediocre, la banda di Dusiana; ma non è certamente peggiore di tante e tante altre. Poi, viva la faccia dei popoli campestri, che amano la musica, e preferiscono questo passatempo a quello della morra e della politica d’osteria. Finalmente, la banda di Dusiana suona una musica che mi piace per tante ragioni, non ultima quella del gran bene che ha fatto ai suoi tempi. Ancor caldo delle mie sciabolate, canticchio in cadenza coi suonatori il “Cara patria, già madre e reina„ e l’“Empia lama, or l’indovina„, non dispiacendo neanche al trombone, a cui è affidata la frase melodica in discorso.
Ma una voce più graziosa, sopra tutto più intonata della mia, rallegra l’uditorio. È la voce della signorina Virginia Berti, che arpeggiando sulla sua mandòla canta due belle canzoncine spagnuole. Anche a lei, molti applausi: i Corsennati, sicuramente, dal continuo picchiare, hanno già le bollicine alle mani. E ancora non abbiamo finito; ecco il bello che viene, con una fila di bambini, tutti