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ciamo la bella? Facciamola. E la dà lui, dopo un maraviglioso sfoggio di finte e di attacchi; la dà lui, imperiosa, gloriosa, solenne. Ed è piena giustizia, che mi rende felice, mentre egli, tra uno scroscio di applausi, è dichiarato il campione della spada.

— Signori, — dice modestamente il mio avversario agli astanti di prima fila, dopo avermi dato, a maschere levate, un abbraccio fraterno, — il nostro poeta è di prima forza; non lo sapevano? Bisognerebbe ancora vederlo alla sciabola.

— Sì, sì, un assalto di sciabola; — si grida.

— Non già con me; — risponde Filippo Ferri. — Io sono ora un po’ stanco. —

Si fa invito coi gesti; ma nessuno dei sedenti risponde. Terenzio Spazzòli è un fior di cortesia; si offre lui, cede la smarra a Filippo, mette la maschera e il guantone, impugna la sciabola, e in guardia. Son largo con lui, come Filippo è stato largo con me, e mi lascio far volontieri il solito manichino di controtaglio, e di primo appetito; poi, serrandolo al mio giuoco, gli dò una puntata,