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— Notate che vedo e riconosco i difetti di Galatea. Ne ha; oh se ne ha! Quella sua passione per tutti i giuochi, per tutti i divertimenti! Bisogno irrefrenabile di moto, lo capisco; ma io, se fossi padrone di quel cuore, non vorrei tanto moto, non vorrei tutto quel vivere fuori del guscio, come fa l’argonauta; vorrei meno racchette, meno remi, meno tuffi in acqua, meno balli, e un po’ più di languore femmineo. Ma è così giovane! più giovane del vero. Infatti, potrà avere vent’anni d’età; e frattanto il suo pensiero ne ha quindici, con tutte le mariuolerie, le impertinenze, i dispettucci di una bambina. Ah, scellerata! non vorrei confessarlo, e l’adoro. Guai a me, contessa, se queste cose io le dicessi a voi. Ma le scrivo nel mio memoriale, un libro che apro io solo, che dovrò leggere io solo. E qui, tanto per pigliarmene una satolla, aggiungo volentieri: Long live the queen of my heart! hurrah for Galathea! Galathea for ever! —