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chetti, i peducci, le mensole, i costoloni, i rosoni, di cui si fa sempre un gran parlare per tutto il circondario?... Ah, quelli, a detta di certi contadini che hanno la loro abitazione lì accanto, quelli sono stati levati da un pezzo, chi sa? da cinquant’anni, o da cento, e trasportati e messi in opera nella chiesa parrocchiale di Dusiana. Non tutti, per altro; una buona parte, ch’erano avanzati sul posto, li ha avuti per niente, o quasi niente, un famoso avvocato, che n’ha decorata la sua “Discordia civium, concordia lapidum„, voglio dire la sua residenza autunnale. E non c’era altro? lapidi? iscrizioni antiche? un pozzo col suo bel puteale baccellato di marmo bianco, che si attribuisce all’epoca romana, e di cui si dicono maraviglie? Quello? chi sa? forse colle lapidi, e con tanti altri rottami, dall’avvocato. Essi, per altro, i contadini, non potrebbero giurarlo; non sanno niente di certo; son qui da due anni, ed han trovato tutto così. Dunque, buona notte alle lapidi, e buona notte al puteale. Ma il chiostro, almeno? Oh quello c’è; vedano, signori, i pi-