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tieri, poichè vedo la cera brusca di Enrico Dal Ciotto, che si era avvicinato allora allora, precedendo di due passi i colleghi satelliti. Quanto a te, caro, ti tengo. “Ah sì?„ E strascica pure i tuoi, monosillabi. Alla seconda di cambio, ti voglio; e vedrai che bel giuoco.
Si dovrebbe per intanto vedere questa famosa abbazia di Dusiana, della quale in Corsenna si son raccontate tante maraviglie, di marmi, di capitelli, di colonnini, di lapidi, d’iscrizioni antiche, e via discorrendo. Ma prevale l’idea di far colazione; poichè i frati agostiniani dell’abbazia son tutti morti da un pezzo, e saremmo trattati là dentro come all’osteria della Luna, che chi n’ha ne mangia e chi non n’ha digiuna.
Diamo un’occhiata in giro, e vediamo un’insegna. Il titolo “Albergo della Posta„ prometterebbe la prima locanda del paese; ma le piccole finestre e la povera apparenza dello stabile, non ci lasciano sperar bene. Scovo più in là un “Albergo Roma„, e chiamo da quella parte le signore. La casa è più bassa e più nuova di fabbrica; dovrebb’essere più