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nel quarto? Forse a compenso di questa mancanza di simmetria, ci sono sulla gran piazza di Dusiana due gelsi smisurati, giganti bistorti, pieni di nocchi, di gobbe, di cicatrici, coetanei, credo, dell’introduzione dell’arte della seta in Europa. Mentre si fanno queste ed altre considerazioni archeologiche, la contessa Adriana si è avvicinata a me, per dirmi con quella tal vocina insidiosa:
— Vi abbiamo un po’ trascurato, Morelli? Ma non è colpa mia.
— Che dite, signora? Ma era giusto che il nuovo venuto fosse il più festeggiato. Quanto a me, sono riconoscentissimo di tutte le cortesie che si fanno al mio amico Filippo.
— Le merita, sapete, ed anche merita la vostra amicizia così generosa.
Egli ha detto lungo il viaggio un gran bene di voi.
— Ah sì? Filippo Ferri ha il difetto di volermi bene.
— Come! è un difetto? Con questo modo di ragionare leverete il coraggio a tutti coloro che fossero per imitarlo. —
Sorrido al complimento, e tanto più volen-