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ridere la signorina Kathleen, che però si ricompone subito, e mi fa grinta dura, quando io alzo gli occhi verso di lei.

È bella a quel dio, la birichina, con quel suo vestito alla marinara, bianco, a risvolte turchine, semplice ed elegante. Elegantissima è la contessa, che sfoggia per questa occasione un abito azzurro sormontato d’una cotta bianca a trafori, e porta con bell’audacia sul capo tutto un verziere, anzi tutto un frutteto. La bellissima signora, ammirata dagli uomini, acclamata dalle amiche, sequestra per sè la signorina Kathleen e il mio amico Filippo, prendendo posto con essi nella prima giardiniera. I tre satelliti, naturalmente, son pronti a ficcarsi nello scompartimento davanti, donde voltandosi, e mettendo i gomiti sulla spalliera, potranno tenerla d’occhio quant’è lunga la strada.

Abbandonato da Filippo, dalla signorina Wilson, e perfino da quello scellerato di Buci, che è saltato in carrozza per accovacciarsi sotto il sedile di lei, vado a smaltire la mia stizza nella seconda giardiniera, dov’è la