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del solito per fare più effetto, tutti gli occhi si volsero a guardare il personaggio che mi veniva da lato. Tacquero le voci e i bisbigli; si voleva vedere, si voleva giudicare. Nessuna bella donna arrivò tardi nel suo palchetto a teatro, che fosse più guardata e più studiata di Filippo Ferri sulla piazza maggiore, ed anche unica, della nobil Corsenna.

L’ho presentato a tutte le signore, incominciando dalla sindachessa, per non destar gelosie. Si è preso l’arlecchino, di fravola e di limone, che è il caval di battaglia, ed anche il ronzino, del nostro caffettiere; il quale a tutti i complimenti che gli si fanno sull’arte sua (e qualche volta un po’ ironici) guarda i suoi due bigonciuoli pieni di ghiaccio, e coperti di frasche di castagno, dicendo modestamente: “si fa quel che si può, per contentare i signori„. Preso il sorbetto, si chiacchiera; le signore vanno a gara per intrattenersi col mio amico, e in breve la conversazione diventa generale. Filippo Ferri è sempre cortese, non sa, non può esser diverso; ma quando vuole riesce amenissimo;