Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/184


— 176 —

perchè la bellezza è sempre la bellezza, ora non me ne faccio più nè di qua nè di là, perchè quella bellezza mi si è mostrata falsa. Nell’anima, s’intende. L’hanno anche i bottoni, e volere o no si riverbera sempre all’esterno. Che bisogno c’era di darsi ventisei anni? Ne ha trentadue per lo meno. E di che si lagna? Si può esser belle a trentasei, a quaranta, e piacere anche più in là. Finalmente, si ha l’età che si dimostra. Io non mi vergogno dei miei trentacinque; se ne avessi, colla faccia d’oggi, quaranta e cinquanta, che male ci sarebbe, per oggi? Levarsi gli anni è una debolezza che non ammetto neanche nelle donne; anzi nelle donne meno che negli uomini. Esse, in fin dei conti, hanno l’invidiabile privilegio di non sentirsi domandare in società la fede di nascita. Perchè darla falsa a chi non ha domandata la vera?

Questo è stato un punto nero per lei. Resta bella, ma non mi è più simpatica come prima. Del resto, più mi osservo e mi studio, più riconosco di non essere stato un solo momento ingannato dalle sue belle moine. Ag-