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posso dirmi vicina alla maturità. Che differenza tra noi! Ma gli anni, con le rughe che portano a noi donne, non mi toglieranno di seguirvi nei vostri trionfi. Mi leggerete quello che fate, non è vero? —
Non so che cosa fossi per risponderle. In quel momento si udiva un fruscio sulla ghiaia del giardino, e Clarina appariva sull’uscio del salotto per annunziare una visita, anzi due in un punto.
— Già? — mormorò la contessa Adriana, volgendo un’occhiata all’orologio del caminetto, che segnava allora le dieci e tre quarti. — Beviamo quest’amarissimo calice; — soggiunse, volgendosi a me con un mesto sorriso.
Entrarono due satelliti, Maurizio Cerinelli e Giovanni Martorana; entrarono, e vedendo l’intruso, fecero il muso lungo un palmo.
— Soli? — esclamò la contessa. — E il signor Dal Ciotto?
— È andato per la carrozza. Sarà qui fra due minuti.
— La carrozza! Per che farne?