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un pochino l’addobbo della stanza e più quello della padrona di casa, che indossava un grazioso abito da camera. Dovrei chiamarlo déshabillé, alla francese; ma in verità non mi pare che il nome vada a capello. Come chiamare déshabillé un abito, sia pur sciolto intorno alla vita e largo di maniche, tutto ricami, trafori e passamani, colla giunta d’una guarnizione di merletti? Del resto, abbia il nome che si vuole; sian parecchi i déshabillés delle signore, come gli abiti di mattina, da passeggio, da ricevimento, accollati, scollati, a mezzo scollo, e ne mutino due, tre, quattro volte in un giorno; saranno belle in due; tre, quattro maniere. La bellezza è cosa di cielo; ammiriamola, perchè narra anch’essa la gloria di Dio.
— Come siete stato gentile! — ripiglia la contessa Adriana, dopo aver concesso qualche minuto secondo alle mie ammirazioni.
— Che dite, contessa? Era il mio dovere. Volevo informarmi di ieri. Tutto è andato bene, non è vero?
— Sì, quantunque, sarebbe stato meglio