Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/157


— 149 —

uno dei satelliti; il che mi lasciava supporre che ci fossero anche gli altri due. Ma il guaio più grosso, e che mi metteva le ali alle calcagna, era quello di aver riconosciuta fra l’altre la voce della signorina Wilson. Fortunatamente la comitiva si era fermata al punto dove noi eravamo stati a sedere, e di là si sentivano venire le voci; mentre noi, avviati nel sentiero alto a mezza costa, eravamo celati a tutti dallo sprone del monte, che già avevamo oltrepassato, per muovere verso il mulino. Per poco che fossero rimasti a cercare di noi laggiù, e ad invocare i nostri nomi invano, saremmo arrivati a salvamento, e sempre benissimo nascosti tra i castagni, fino al punto della strada battuta, dove ci eravamo due ore prima incontrati.

La contessa avrebbe voluto fermarsi al mulino. Secondo lei, si doveva restarci fino a tanto ritornasse indietro la comitiva, e aver l’aria di essere entrati là dentro a vedere le macchine; donde la possibilità del non esserci incontrati prima coi nostri cercatori importuni.