Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/153


— 145 —

— Dove?

— Lo saprete; ma venite, senza perdere un minuto secondo.

— Ma che debbo temere? che mi trovino qui? — diss’ella, avviandosi.

— Ebbene, non sarebbe già bello; — risposi, trascinandola.

— Ma io non ho paura, ad esser trovata con voi, con un gentiluomo, con un cavaliere.

— Grazie; ma venite più svelta, vi supplico.

— Comandate, obbedisco. —

E prese il mio braccio, per correre più spedita. Io avevo fatto un gesto a Buci, come per dirgli che andasse all’inferno; ma egli non lo capì. Gliene feci un altro per accennargli che mi precedesse; ed egli capì quello, finalmente!

La contessa muoveva frettolosa al mio braccio. Si giunse ad un punto del sentiero, donde, o pel fogliame degli alberi, o per la piega del monte, non si vedeva più il posto dove eravamo stati a sedere. Laggiù incominciai a riprendere il fiato.