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che due. Il primo, che v’ha dato, era il consiglio classico; ma non vi è parso buono. Passiamo al consiglio romantico; ma vi avverto che, dopo questo, io non saprei più che cosa trovare per il vostro bisogno.
— Sentiamo, sentiamo il consiglio romantico; — gridò ella, battendo le palme con gioia infantile. — Son veramente curiosa.
— Ci ho gusto, contessa, e spero che questa volta sarete anche persuasa. Incominciate dal figurarvi che io sia voi; ciò sarà molto stravagante, e per conseguenza molto romantico. Ho il vostro en-tout-cas; se aggiungeste per grazia somma il vostro ventaglio.... Così, facendomi vento, parlerei in questa forma ai miei satelliti: “Signori miei dilettissimi, sapete voi che stanotte non ho potuto dormire? Ho passato il mio tempo pensando a voi altri. Quei cari giovani! dicevo tra me e me. Perchè, veramente, siete cari, tanto cari, che io non so quale sia il più caro tra voi....
— Oh, questo, poi! — gridò la contessa.
— O questo, od altro; — ripresi. — Il proemio sia pure a vostra scelta; purchè ci sia