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ventaglio, vi prego. Se volete, vi lascerò l’en-tout-cas. —
Sorrido dentro di me, parendomi d’essere il quarto satellite, e mi siedo accanto a lei, col suo ombrellino tra mani.
— È veramente un bel luogo, e molto poetico; — diss’ella, dopo aver guardato in giro con aria di somma compiacenza. — Ma non da venirci da soli. Io ci avrei paura, da sola.
— È sicurissimo; — risposi. — Corsenna non è un nido d’aquile; ma non ci sono neanche avvoltoi, nò sparvieri. Poi, qui dietro, a cento passi, c’è un casale, con quattro o cinque famiglie di contadini, tutta bravissima gente.
— Dio sa, — ripigliò la contessa, seguendo il suo filo e non il mio, — quante coppie felici saran venute qui a dirsi tante belle cose!
Peccato che non ce ne rimanga l’eco.
— Possiamo immaginarcele, contessa. Del resto, si può domandarne a quelle farfalle che passano, o a quegli uccellini che si rincorrono tra gli alberi....
— Pensando che noi siamo una di quelle