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è patetica, nel Decamerone; sa Iddio come l’avrà conciata il burattinaio. Ho osservato ier l’altro che il suo Fasolino è un po’ sboccato; per piacere ai volghi, s’intende, ma non sapendo distinguere tra chi lo paga in applausi e chi gli da la mancia più larga. Perciò, lasciate un momento le signore, ho rincorso l’uomo del tamburo, l’ho tratto in un vicolo, e gli ho raccomandato di dir meno parolacce e di somministrar più legnate.

— Sarà contento; — dice il burattinaio, a cui brillano gli occhi, poichè mi ha riconosciuto per quel dello scudo. — Ci ho Fasolino in una parte tutta da ridere; Fasolino che scampa dai ladri e poi dalla giustizia.

— Bene, mi raccomando, legnate a tutti, tante legnate da far piangere gli occhi dal ridere. E badate, voglio veder molti morti accatastati sulla ribalta.

— Non dubiti, illustrissimo; ci passerà tutta la compagnia.

— Quanto guadagnate? — gli ho chiesto prima di congedarlo.