così sterile luogo. Bianca rosata la carnagione; gli occhi
neri e luccicanti come le more; i capegli.... Ah, vorrei descriverli
subito, quei capegli d’oro, come li avrebbe chiamati alla svelta un
poeta, ma d’un oro traente al rosso carico, pari a quel colore sugoso
e denso che hanno i capegli di certe dame del Cinquecento, nei quadri
del Tiziano e del Tintoretto. Ma le belle Veneziane di tre secoli fa
penavano le intiere mattinate al sole, sulla domestica altana, per
far disseccare la dotta pasta, che doveva dare alle morbide e ricche
capigliature quella tinta maravigliosa di rame, dai lumi dorati e dalle
ombre violette. Maddalena aveva sortito dalla benigna natura quello
che tante belle patrizie dei tempi andati domandavano all’arte. I
suoi capegli, fini, morbidi, copiosi, riccioluti, s’infoscavano nella
massa d’un bel color d’amaranto, si accendevano nelle ciocche estre-