turale. Comunque sia, in quella petrosa e sabbiosa solitudine nacque Varigotti,
del cui nome antico non rimane alla lessicografia che un accusativo,
Varicottim, e che ebbe l’onore di essere distrutta da Rotari e
ricordata per ciò nella Cronaca di Fredegario. Certo, per meritare
un tratto simile dal feroce Longobardo, dovette essere una grossa
terra, e Fredegario non le fece un regalo, mettendola alla pari con
Genova, Savona ed Albenga. Ci sono tuttavia vecchi marmi istoriati, che
accennano a decorose consuetudini di vita; c’è un masso enorme, eretto
a colonna sulla costa del monte, che arieggia un prisco Nume ligustico;
c’è finalmente un sepolcreto romano, donde già si cavarono olle
cinerarie coricate in bell’ordine, monete repubblicane e imperiali, e
anelli equestri, con gemme incise di fine lavoro. Ora di equestre non
c’è più nulla, neanche il sindaco,