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filato, tra due guance pienotte e vellutate come le pesche duracine, e il collo tondeggiante e snello, che prometteva stupende le forme tutte di una rigogliosa bellezza, vietata agli sguardi profani da un grigio mantello o cotta da viaggio, che non saprei dire se più gelosamente britannica, o più britannicamente gelosa.
Sfuggirono dunque alla mia curiosa attenzione molte cose leggiadre; ma vidi gli orecchi e le mani, gli uni e le altre di purissima forma, che mi promisero un piedino di fata; vidi le carni asperse d’una velatura alabastrina, sotto cui trasparivano i bei colori della salute; e vidi il sorriso di quella bocca vermiglia, che lasciava indovinare le «due filze di perle elette» acconciamente notate dal divin Ferrarese tra i tesori invidiabili della bellezza di Alcina.
Su tutto questo, che potrebbe, come nel