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oltrepassammo le grigie mura di Sisto V, dando così l’ultimo addio a Loreto.
Le ricordanze di Giacomo Leopardi occuparono le poche ore del nostro soggiorno a Recanati. Stretta al mio braccio, ella guardò lungamente la casa in cui era nato il divino cantor di Nerina, e la torre del borgo che gli recava «il suon dell’ora» e le colline su cui, nelle sue triste notti, gli scintillavano allo sguardo le «vaghe stelle dell’Orsa». Tuttavia, debbo dirlo; simiglianti pellegrinaggi non si fanno piacevolmente con una donna che si ama. Inducono la tristezza nell’anima; e alla tristezza c’è sempre tempo. Non ci ruba essa per avventura la maggior parte della vita?
E le nostre ore liete ci fuggivano così rapidamente dagli occhi! Vedevamo le notti tener dietro ai giorni e i giorni alternarsi alle notti, e ci struggevamo dal dolore di non