Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 257 — |
la sua voce e mi fermai appena quel tanto che gli consentisse di giungermi a pari.
— Orbene, — gli chiesi, — come sta?
— Benissimo, signore; vi aspetta. —
Il cuore mi diede un sobbalzo di contentezza. Non erano che due parole, gittate là a caso, e forse così per mo’ di dire, e non pertanto mi consolarono. Non so perchè, ma un dubbio mi stava rannicchiato in fondo all’anima e con una certa sua vocina beffarda mi andava da qualche ora dicendo: ti aspetta essa? la troverai tu a Grottamare?
Mi consolavo adunque, ma il dubbio beffardo non si dava per vinto. «O perchè, dimandava, non ti è ella venuta incontro? Così poco è impaziente di vederti?» Ma la ragione a rispondere: «bravo! con questo buio, e senza la compagnia di un uomo fidato, andare attorno per la campagna?» Così tentando di mettere in pace lo spi-