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esclamò ella, stupita. E piazza Navona, m’immagino. — Sicuro, e la fontana di Trevi, le terme di Caracalla, il sepolcro degli Scipioni, il tempio di Vesta, il Gesù, il biondo Tevere, Ripetta, il foro Traiano, Montecitorio, Pasquino e i viali del Pincio. —

A farla breve, tirai giù una filatessa di nomi così alla rinfusa, come mi venivano alla mente. Avevo veduto ogni cosa, salvo i musei Vaticani, pei quali ci voleva un biglietto d’ingresso, che l’albergatore prometteva di farmi avere in giornata.

— Ma allora, figliuolo mio, — mi disse la signora, ridendo, — tu conti di ripartire stasera, o domattina al più tardi.

— No, signora, — mi affrettai a rispondere; — ci ho ancora tutto da vedere.... per la seconda, per la terza, e giù giù fino alla centesima volta.

— Ah, manco male!