a dire un’altra camicia, e armato di tutto punto mi posi in cammino, su d’uno di quei carri di trionfo che hanno di presente a Roma il modesto ma lieto nome di botte. Trionfai per cinque o sei ore, aspettando il momento di potermi presentare dicevolmente ad una côlta e gentile signora, che io avevo conosciuta giovinetto, molti anni addietro e che veneravo come una madre. Sul mezzogiorno ero da lei, che accoltomi con molte dimostrazioni di benevolenza, mi domandò come mi piacesse Roma e quali cose avessi in animo di andar prima a vedere. — Ho già veduto molto, risposi. — Sentiamo: soggiunse ella: San Pietro? — Veduto. — Bene: San Paolo? — Veduto. — Il Colosseo, il Foro, il Campidoglio? — Veduti, ed anche la rupe Tarpea e il carcere Tulliano. — Il Mosè? — Veduto, ed anche la Venere capitolina, con tutto il suo corteggio di numi e d’eroi. — Davvero?