Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 243 — |
su, anche senza volerlo.... Senza volerlo! Alto là; questo è un sotterfugio. Non ci siamo noi, per cinque ore alla fila, impuntati a cansare la vista di una donna, che ci era seduta di rincontro? E volendo, fermamente volendo, non ne siamo venuti a capo?
Mi giravo frattanto e mi rigiravo tra le dita l’involto. La tentazione era forte; lo confesso, non amando darmi per migliore di quello che sono. M’era anzi venuto il pensiero che, se avessi avuto tra’ piedi un amico, per esporgli il mio dubbio, egli m’avrebbe dato dello sciocco, senza tanti riguardi. Ma la promessa? Lo attendere una promessa non è egli un debito di onore? E l’onore non è egli una religione? Anche Giove è vincolato dai suoi giuramenti; ed è questa una delle più belle cose che io m’abbia letto in Omero.
Con questo miscuglio di mitologia e di cavalleria nella testa, andai alla buca delle