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le scale d’un teatro, o d’una festa da ballo; era il braccio confidente d’una donna che ama; e premeva sul mio, sapendo di essermi caro.
Così ci mettemmo in cammino, a passi lenti, pel noto viale. Tacevamo ambedue; ella forse aspettando le mie parole, io felice dentro di me, ma per naturalissima contraddizione, grave, accigliato in vista, come un Artabano.
Fatti in tal guisa un centinaio di passi, ella si fermò sui due piedi, e accennando di sciogliere il suo braccio dal mio, mi disse, con accento di amoroso rimprovero:
— E adesso mi pigliate il broncio? Bella cosa davvero!
— No! — risposi di soprassalto, trattenendo saldamente il suo braccio. — Pensavo....
— A che cosa? Voglio saperlo.