Pagina:Barrili - Come un sogno, Milano, Treves, 1889.djvu/223


— 215 —


mito abbastanza; ma era così bella, così fresche erano le rose della sua carnagione, che ci volevano gli occhi di un innamorato a cui nulla sfugge (del viso amato, s’intende; che, quanto al resto, gli innamorati ne capiscono meno d’ogni altro) per cogliere su quel volto, e sto per dire tra ciglio e ciglio, i lievissimi segni d’una veglia prolungata. Io le feci, com’era giusto, le mie congratulazioni pel suo florido aspetto; ed ella di rimando mi chiese come avessi dormito.

Ecce homo! — le dissi, mostrandole il viso.

Ella diede tosto in un picciol grido di dolore, vedendo i sanguinosi indizi della pugna sostenuta da me nella notte. La sua aria di confusione e la tenera sollecitudine di cui mi die’ prova, mi toccarono il cuore. Benedissi alle zanzare, e mi parve che non m’avessero brizzolato abbastanza.