Pagina:Barrili - Come un sogno, Milano, Treves, 1889.djvu/208


— 200 —


perocchè l’amore è pianto, anche nel colmo delle sue allegrezze, come il raggiar della terra al cielo, ne’ suoi notturni rapimenti, è rugiada. E co’ miei baci, colle mie lagrime, avrei scosso quell’apparente torpore, avrei penetrato quel petto immobile e muto, avrei animata la statua. Senonchè, nel profondo dell’anima mia, il timore soverchiava l’audacia; un sospetto nuovo ed arcano vinceva il desiderio. Sentivo, così vagamente, in confuso, che forse l’avrei offesa, e che, ove pure ella non se ne affliggesse, quell’atto non sarebbe stato nuovo, nè bello, nè, per conseguenza, degno di noi. Egli c’è sempre in questi delirii dei sensi un tale indistinto di umiliazione e di violenza, che guai a leggervi dentro con mente sana; ne apparirebbe un misto di ridicolo e di brutale, da muovere a schifo ogni anima bennata. Ora, io non volevo apparire a quella donna nè brutale nè ridicolo; e