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dirla con una frase di Tommaso Gray, fu lasciato alla solitudine e a noi.
La mia compagna era rimasta seduta, come persona stanca, sulla proda del forziere, poco lunge dall’uscio. Io mi accostai rispettoso e la presi per mano.
Ardeva e tremava, quella povera mano; ardeva e tremava come per febbre. Al mio atto, la donna gentile si scosse, alzò lentamente le palpebre e mi guardò in viso. Il dubbio e la verecondia si riflettevano nelle sue pupille smarrite. Ed era bella così, bella di una nuova bellezza; di quella, io vo’ dire, che illumina il viso d’una debole creatura e ce la fa dieci volte più cara pel suo stesso abbandono.
Mi si abbacinarono gli occhi; sentii vacillare lo spirito, offuscato dall’ebbrezza, e feci uno sforzo grandissimo di volontà per comprimere quella furia d’affetti.