la conoscete, andateci; la troverete sempre in attesa di forestieri sulla piazza della stazione, e dà le spalle a chi arriva, per far buon viso a chi parte e invitarlo a tornare. Io, con quella metafora del lungo amplesso, ho voluto dire che avevo visitato e rivisitato Pompei, non senza dare una sbirciata ad Ercolano; portato una carta di visita al Vesuvio e parecchie da una lira al Museo nazionale; pranzato molto allo scoglio di Frisio e scarrozzato altrettanto da Chiaia a Posilipo; passeggiato colla serenità d’un martire nell’anfiteatro di Pozzuoli, e fatto traballare il terreno alla Solfatara; consultata la Sibilla nell’antro di Cuma e ricusato lo spettacolo d’una asfissia nella grotta del Cane; desiderata una dozzina d’ostriche del lago Lucrino e una strada da cristiani fino alla tomba di Virgilio; risicato di non uscir più dalla grotta Azzurra e presa vendetta alle-