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la contadina. — Anche lui viaggia spesso; ci ha l’argento vivo addosso, e perciò non ha mai voluto accasarsi.

— E dove abita? ad Ancona?

— Nossignora, a Macerata. Qui ci viene una volta l’anno, per aggiustare i conti col fattore.

— Macerata! — ripetei dentro di me. — Quell’altro deve abitare in Ancona. Non per niente gli è uscito di bocca quel nome. —

E per averne l’intiero, seguitai l’interrogatorio.

— È bruno? porta la barba così, sulle guance?

— No, solamente i mustacchi e il pizzo. È biondo come lo era la contessa sua madre, buon’anima sua. — Non era dunque lui. L’onore della Castellana e della Gioiosa era salvo.

— Vuol dire, — continuai, — che il palazzo è chiuso?