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— Mio signore, — diss’ella, tirando la somma, — voi sapete il latino come monsignor vescovo, che si è fermato a leggere su quella pietra, quando è venuto a dormire alla Castellana.

— Che cos’è questa Castellana?

— Il palazzo. È più in là, dietro la costa. Ci si va, seguitando il viale. La Gioiosa, la Castellana e la Puliga, fan tutto un podere, che appartiene al signor conte Maggi, il più ricco di Grottamare e di tutti gli altri paesi all’ingiro. Ma egli non ci abita mai.

— È il mio uomo! — dissi tra me. E a voce alta proseguii:

— È giovane questo conte Maggi?

— Sissignore; avrà trentacinque anni a san Michele benedetto. È un bell’uomo, come voi....

— Grazie! — diss’io, inchinandomi.

— Ma più alto cinque dita; — proseguì