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La donna sbirciò la moneta che io le avevo fatta scorrere tra le dita, e più assai che non luccicasse il metallo le brillarono gli occhi. Povera gente della gleba! Non è per essi il danaro assai più che per noi, il conforto agli stenti e alle privazioni, la provvista di riserbo per le annate cattive? E non possono guardarlo con quella cupidigia di cui l’onoriamo noi stessi, a cui tante volte, anzi il più delle volte, sopravanza i bisogni?

— Oh, mia signora, non è già pel danaro; — disse la povera donna tutta confusa; — gli è che noi siamo gente di campagna e non sappiamo come si ricevono i gran signori. La casa non è degna di voi. Sono una povera vedova; lavoro per me e per l’altro che è andato ad aspettarmi. Compatirete.... Oh, Madonna! Se me lo fossi immaginato, avrei messa un po’ in sesto la casa. —

Dopo queste ed altre smozzicature di frasi,