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faceva per sè e per l’altro men fortunato compagno, premendo forte il morbido braccio di lei; di guisa che ella dovette sentire ai battiti frequenti del mio cuore come io giubilassi dentro di me e quanto mi costasse quella mia calma esteriore.
Ad una svolta del sentiero, uno sciame di uccellini dalle penne vagamente screziate si levò da terra e attraversò a volo la strada. Quegli alati spigolatori dei campi andarono a posarsi più lungi, e noi li vedevamo, punto intimoriti, saltellare, scodinzolare, bezzicare il maggese e di tratto in tratto alzare la testolina a guardarci, coi loro occhietti curiosi.
— Buon dì, cardellini! — gridai.
— Vedete; — diss’ella, dandomi al braccio una nuova stratta amorevole, a cui risposi con una stratta più forte; — questi bei cardellini al Nettuno non c’erano.