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— E a che?
— A un dilemma. O voi, con ciò che avete fatto, pensavate una cosa, od un’altra. Nel primo caso, ne sarei proprio offeso nella mia lealtà; nel secondo, sarei l’uomo più felice della terra.
— Bene! e chi vi proibisce di credere nel secondo?
— Signora mia, dice il proverbio: pensa la peggio, e l’indovinerai.
— Lasciate da banda i proverbi. Cè n’è per tutti gli umori. Pensiamo al meglio; il peggio s’ha a veder poi. Dopo tutto, — soggiunse, dandomi una stratta leggiera al braccio, con una dimestichezza che mi andò proprio all’anima, — non c’è secondi fini in quello che ho fatto. Non amo il vostro Nettuno, io!
— E perchè?
— Me lo dimandate? Un albergo rustico,