Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 132 — |
— Emendatevi, ve ne prego. Ne avete l’obbligo, — soggiunse ella prontamente, — se lo ravvisate un difetto. —
Ero colto, vinto al mio giuoco: però chinai la testa, in atto di chi si rassegna e promette.
— Del resto, — proseguì la mia arguta compagna, — ringraziatemi. Vi ho trovato un luogo tranquillo per riposare, senza mestieri di andare tanto lontano. Il Sahara! L’Imalaia! Che vi pare? Queste gite sono belle e care nei libri, colla incisione a riscontro. Andiamo dunque all’òasi vicina, qui, in terra di cristiani. Cesarino, va innanzi, per insegnarci la strada. —
Cesarino obbedì; svoltato l’angolo della siepe, davanti a cui lo avevamo veduto la prima volta, entrò per una carraia ne’ campi. Noi lo seguimmo; ella di buon passo ed ilare in volto; io di mala voglia e stizzito.
Che cosa avevo nell’animo? Ero forse scon-