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alta voce. — Vi avverto intanto, mia bella signora, che voi siete mia moglie. Per le apparenze, — mi affrettai a soggiungere, notando un moto naturalissimo di sorpresa «sotto i due neri sottilissimi archi» delle sue sopracciglia; — per le apparenze, intendiamoci, non già, come direbbe un curiale, negli utili. Senza questa finzione, come si spiegherebbe la vostra discesa con questo indegno quanto avventurato mortale? Noi dunque, con vostra licenza, siamo marito e moglie. A me piace il fumare, e voi non potete patire il fumo. Perciò eravamo separati, e saremmo rimasti così fino a Bologna. Senonchè, voi, trovandovi sola con uno screanzato alla stazione di Foggia, eravate discesa dallo scompartimento, amando meglio entrare nel mio fumatoio, che rimanere esposta agl’incensi grossolani di un adoratore insolente. Va bene così?