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V.

Ero lì, mogio in apparenza e confuso, come volevano le buone creanze, ma nel cuore mi trillava uno spirito nuovo, giocondo e vispo come uno scricciolo nella siepe. Dio buono, ed ero io, proprio io? Non era un sogno ciò ch’io vedevo? Quella donna che pur dianzi dovevo credere mi fosse fuggita dagli occhi, come fanno le visioni del mattino, per lasciarci tutto il giorno negli sterili rimpianti della ingrata realtà, quella donna bella, elegante, cortese, piena di tutte le lusinghe, di tutte le malie che c’innamorano, incise o miniate su d’una