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lasciatevelo dire; — soggiunse la mia compagna, con una grazia ineffabile, — voi non siete quel compito cavaliere che amavate dipingervi stanotte, al buio. Siete un egoista....

— Un egoista?... io?

— Voi, sì; e che altro ha da essere un uomo, il quale si tiene il suo medio evo tutto per sè, non ammettendo che altri possa averne la parte sua? E badate, non parlo da scherzo. Ho anch’io la mia dignità, il mio orgoglio, che mi comanda di non esser da meno di voi in questo grave momento, di non rimpicciolirmi agli usi codardi, che si chiamano i rispetti umani e le convenienze del mondo. Una donna la quale facesse in tal caso ciò che voi v’aspettavate da me, fosse pure la più nobile, la più riverita nel mondo, io l’avrei per una vil creatura, indegna del rispetto e dell’amore di un uomo.