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— Ma che furia è la vostra? Rallentate il passo, vi prego. —
Quella voce mi scosse, mi rimescolò il sangue per tutte le vene. Diedi un sobbalzo e mi volsi. Dei immortali! Era lei, la mia compagna di viaggio, scesa a terra subito dopo di me.
Io ero rimasto attonito, quasi istupidito, a guardarla, e certo avrei fatto trasecolare il guardiano, se m’avesse veduto di fronte, come avevo fatto dar ne’ lumi il capostazione. Ella mi venne prontamente in aiuto.
— Prendete qua; tenete la mia valigia, che io possa rassettarmi la veste. Vedete che grinze! —
E sorrideva, così dicendo, e arrossiva, e chinava gli occhi sul lembo della veste, per non avermi a guardare.
— O come? — balbettai io, che non sapevo trovarci il verso. — Scendete?