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e dall’armonico giro di frasi della montagna pistoiese.

Grottamare! oh, si giungesse una volta a Grottamare! La stazione di San Benedetto era passata da un pezzo; dunque?... Finalmente, si rallentò il corso del treno, e un fischio della vaporiera annunziò la stazione vicina. Diedi un’occhiata al paese e lo riconobbi; laggiù in fondo le balze; più giù un colmo di case tra gli alberi; più in disparte, a mezzogiorno, un palazzotto quadrato, d’aspetto assai nobile, forse il luogo destinato allo scontro. Poco stante, il treno si fermò a dirittura; apparvero sul margine della stazione le solite figure annoiate del capo stazione colle mani dietro le spalle, del telegrafista colla penna sull’orecchio, e la voce del guardiano si udì gridare col solito accento svogliato:

— Grottamare! chi scende? —