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apparenze. Non sarà mai! Faccia conto ch’io non le abbia chiesto nulla; non si dia pensiero di me. —

Feci uno sforzo, direi quasi, sovrumano, per ricompormi. Arrossivo della mia debolezza; soffrivo, ma non volevo darlo a divedere, nè colle parole, nè col silenzio sdegnoso. Mi alzai col pretesto di avvicinarmi allo sportello di destra e di tirar su la ventola di legno, in cambio della tendina, che non istava mai ferma al suo posto e lasciava sempre la via ai raggi importuni del sole. L’avevo cogli importuni, io! Ma dopo aver condotta a fine l’impresa, mi venne in mente che l’ostacolo di quell’assicella poteva non essere inteso pel suo verso, e subito lasciai ricadere la ventola nella incassatura del telaio, per rimettere la tendina a suo luogo. Indi, scontento di tutto come lo ero di me, mi ridussi nel mio angolo, incrociai le braccia